Pensiamo di sbrigarci in un’ora con le ultime pratiche e invece no: andiamo a ritirare la moto nel parcheggio della dogana, e Alim, il referente dell’agenzia, pretende che paghi io il parcheggio. Non se ne parla proprio, io non pago nulla, per me è tutto compreso! Dopo innumerevoli discussioni, io prendo la moto e mi sposto nell’altro ufficio, a circa un chilometro. Alim mi minaccia di lasciare tutto e andarsene a casa, e io con un po’ di ansia gli rispondo che veda lui cosa è giusto fare, la correttezza delle persone consiste anche in queste cose.

Sono le 14.00, noi aspettiamo dalle 9.00 e ci dicono che per il timbro del passaporto dobbiamo ritornare l’indomani. Siamo tutti molto irati. Dico:«Ma come, ci fate aspettare ore e ore sotto il sole per controlli e ri-controlli per dirci che dobbiamo venire il giorno dopo?!». Per fortuna poi ci dicono di ripassare verso le 17.00.
Tutti, compreso i francesi e i tedeschi, ci presentiamo con i referenti in dogana alle 17.00, fra controlli e timbri altre tre ore. Alla fine partiamo alle 20.00 per il Kunjerab Pass a 4700 m. Riesco a fare qualche video e qualche foto, ma arriviamo al passo che è quasi notte. Una pattuglia di militari cinesi ci scorta fino al confine del Pakistan. Lì siamo accolti con molto affetto, ci lasciano passare e ci dicono che il border per i documenti e a Sost.

È ormai notte, ci fermiamo all’ingresso del parco del Kunjerab. L’entrata costa 8$. Il paese, se così si può chiamare, quattro case, è anche punto di controllo. Ci lasciano dormire là, io mi sistemo col mio sacco a pelo accanto alla moto e poi mangiamo tutti assieme in un ristorante di strada lì vicino. I ragazzi che lo gestiscono sono molto gentili, ci fanno qualcosa da mangiare per pochi dollari. Nel ristorante non entro, vedo già dall’esterno che la pulizia non è di casa e quindi giro i tacchi e vado a sedermi, altrimenti rischio di non mangiare nulla di quello che preparano! Alla fine vado a dormire, portandomi un ricordo pessimo della Cina, gente inospitale, fredda e infelice. Non ridono, sono sempre sospettosi!