Mi sveglio prestissimo, ho il tempo di fare qualche foto al mattino del ghiacciaio Rakaposhi, nonostante sia coperto da qualche nuvola. Si svegliano uno a uno anche i ragazzi, poi Fabio prende dalla macchina del pane e del prosciutto e facciamo tutti colazione. Con calma si parte alla volta del Nanga Parbat, la nona montagna più alta della Terra. Per poterlo vedere accuratamente bisogna percorrere una valle molto stretta dove passa solo un fiume impetuoso e una stradina incastonata fra le rocce. La strada è in parte sterrata e in parte asfaltata. Ne percorriamo circa 120 km, poi arrivati ad Astor, un piccolo paese di montagna, decidiamo di rinunciare, gli ultimi 90 km sono impercorribili per le sue macchine. Peraltro il tempo non promette nulla di buono e decidiamo di tornare indietro. Ci rimettiamo sulla Karakorum Highway e decidiamo di fermarci per la notte in un piccolo paese, Gunar, dove c’è una sottospecie di albergo. Le stanze sono tutte prenotate e allora per noi rimane solo una stanzetta all’ingresso della proprietà, probabilmente quella riservata al personale dell’albergo. Ceniamo con un po’ di riso e poi tutti a dormire, siamo stanchissimi. Purtroppo ci lasciano un generatore acceso a qualche metro dalla stanza e quindi io non riesco a chiudere occhio per tutta la notte.