Salutato Fabio, siamo partiti prestissimo con l’obiettivo di avvicinarci il più possibile al confine con la Birmania. Piove a dirotto. Ho gli indumenti bagnati dal giorno prima…ma via, anche questa è avventura! La prima parte della tappa è strada asfaltata, ci fermiamo lungo la strada in uno dei tanti chioschetti a fare colazione. Franco mi dice che forse sarebbe meglio prendere un’altra strada, sulla carta geografica sembra tutta autostrada. Io dico che va bene, già ieri abbiamo fatto più di cento chilometri di fango e sono anche un po’ stanco. Non vedo l’ora di poter stare fermi almeno un paio di giorni a riposare.

Per circa cento chilometri tutto bene, strada perfetta, poco traffico. Poi, più nulla. La strada si interrompe. Comincia una specie di mulattiera di solo fango. Tutto il giorno in mezzo alla giungla, fra cascate, una natura rigogliosissima e il traffico dei camion che passano vicino alla moto. Peccato la pioggia, oltre a rendere la stradina veramente impegnativa, non danno la possibilità se non a sprazzi di ammirare il fantastico paesaggio che mi circonda. Verso le 17.00 decidiamo di fermarci in un piccolo ristorante lungo la strada, visto che la sera qui sta già per arrivare. Diluvia e siamo stanchi. Questi ristoranti, come le case dove dormono gli abitanti, sono baracche fatte di legno, con i tetti in lamiera. Ci fermiamo, piove veramente tanto. Ceniamo, a pranzo non abbiamo mangiato nulla e siamo moto affamati. La notte dormiamo su un letto fatto di assi, una coperta e via. Purtroppo non ho fatto molte foto. La pioggia non lasciava tregua ed era difficile in quelle condizioni!