Una volta alzati, la moglie di Ali Dad ci ha preparato una succulenta colazione. Dopo aver affettuosamente salutato e ringraziato la famiglia, io sono salito sulla mia moto e Fabio sul furgone che avrebbe trasportato la sua moto fino a Shiraz, dal meccanico. Io mi sono fermato un attimo a catturare qualche momento con la macchina fotografica, ma improvvisamente non ho più visto il furgone. Sono partito molto velocemente, pensando che fossero già arrivati a Shiraz. Una volta arrivato in città mi sono fermato per vedere se avevo ricevuto qualche messaggio: Fabio mi ha scritto che aveva cambiato meccanico ed era a Kerman. Questo cambio di rotta però non era poi così male perché improvvisamente ho notato uno spettacolo unico: un lago salato con dei colori strabilianti, dal rosa, al rosso, al bianco. Per mezz’ora ho osservato a bocca aperta questo paesaggio. Che pace.

Fortunatamente questo lago mi trasmette la tranquillità necessaria per affrontare le difficoltà che riscontro la sera: sono sfinito, assetato e affamato. Cerco qualche ristorante, ma niente, tutto chiuso! Non posso guidare fino alla cittadina successiva, è notte, in giro ci sono diversi animali selvatici e ho paura di fare qualche incidente vista la mia stanchezza. Nel momento in cui mi stavo per arrendere, la polizia mi comunica che posso dormire in caserma, su una sedia. Penso:«Perché no, fa parte dell’avventura, per una sera si può fare!».

Fortunatamente, per miracolo, un signore decide di ospitarmi a casa sua. Fin qui tutto bene: sistema un tappeto in giardino, con un materasso e una coperta. Improvvisamente è arrivata un sacco di gente! Mi ha presentato i suoi amici e le sue due mogli, una peraltro molto interessata alla mia moto. Si sono sistemati anche loro sul tappeto e abbiamo chiacchierato tutta la sera: dell’Iran, del mio viaggio, della vita. Un’avventura inaspettata, ma meravigliosa!