Mi alzo prestissimo perché vicino alla moto c’è un signore un po’ strano che parla ad alta voce con altre persone. Mi sistemo i bagagli e mi preparo. Anche i ragazzi sono pronti e dopo una veloce colazione a base di caffè (praticamente acqua marrone) ci avviamo verso Sost, dove c’è il border per i documenti.

Dopo aver superato alcuni piccoli paesi di questa cittadina, arriviamo alla dogana. Tutti ovviamente ci ricordiamo bene della Cina, che rimane un incubo. Ripartiamo e ci fermiamo per sistemare la macchina dei ragazzi. Decido di rimanere con loro ancora un paio di giorni, poi andrò ad Islamabad da Efrem, un ragazzo di Trento che lavora come ricercatore in Pakistan. Ci fermiamo al Batura Glacier e poi a Hussaini, dove c’è un ponte sospeso di duecento metri: veramente spettacolare! La Karakorum Highway scende in mezzo a delle montagne verticali. È bella, nonostante le numerose frane dovute allo scioglimento della neve e al successivo disgregamento delle rocce sovrastanti la strada che incombono minacciose al nostro passaggio. A volte ci sono dei passaggi in sterrato, a volte la strada è a senso unico perché una corsia non esiste più. Il paesaggio, però, è fantastico.

Nel pomeriggio arriviamo a Karimad, ci fermiamo a mangiare qualcosa e riusciamo finalmente a connetterci a internet per salutare parenti e amici. Ripartiamo alla volta del ghiacciaio Rakaposhi, alto 7788 m. È quasi notte e riusciamo a trovare un campeggio vicino alla strada con vista fonte ghiacciaio. Mangiamo qualcosa, poi io vado a dormire, sono un po’ stanco. La giornata è stata lunga ma intensa e veramente piacevole. Il mio viaggio in solitaria si arricchisce anche di questi incontri, e quindi mi fa molto piacere passare qualche giorno con questi ragazzi slovacchi, io lo ritengo un valore aggiunto per il mio viaggio!