19 gennaio

ARRIVO A DAKAR

Parto prestissimo, la giornata si presenta lunga e impegnativa. La strada nei primi cento chilometri non è molto buona anche se asfaltata, è piena di buche e la velocità è bassa. Attraverso anche un parco, ma a parte qualche facocero e alcune scimmie non altri vedo animali. Mi fermo solo per fare benzina e riposare un po’, la gente quando mi fermo si avvicina e mi saluta, mi chiede da dove vengo e dove vado. Il resto della strada che porta a Dakar è tutta asfaltata, è praticamente nuova. All’arrivo a Dakar incrocio due moto ed alcune vetture provenienti dalla Dakar Eco Race, sono bergamaschi, solo il tempo di scambiare due parole e poi via. Entro nel centro di Dakar. Dopo aver fatto il pieno trovo un tassista e chiamo Coumba, dopo circa venti minuti arrivo a casa sua. Le strade per arrivare alla casa sono sabbiose, solo le principali sono asfaltate. Faccio fatica a stare in piedi in alcuni tratti. La casa è organizzata un po’ diversamente da come possiamo immaginarla noi, non esiste una cucina vera e propria, mi fanno accomodare in una stanza con bagno, la stanza principale è un salotto dive alcune donne stanno bevendo il the. Bintou, la sorella di Coumba mi prestan la mamma, la nonna e la zia. Ci sono circa una quindicina di persone, solo due bambini maschi, il resto donne. Mi preparano un piatto di spaghetti come benvenuto, mi piace, sono tutti molto premurosi e gentili. Loro si preparano la cena in un grande piatto e con le mani mangiano tutti da li. Le donne hanno dei vestiti molto belli e colorati.

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