Parto da Mashad al mattino presto, l’obiettivo della giornata è il paesino di Bajgiran, immediatamente prima del confine con il Turkmenistan. Passo anche per un bel tratto di strada che si inerpica dentro una gola lungo circa trenta chilometri. Dalla frontiera iraniana esco molto velocemente: tutti si dimostrano veramente gentili e disponibili, allora mi dirigo a quella turkmena. Incontro subito dei ragazzini con dei vestiti da militare, molto puntigliosi, mi fermano e mi chiedono il passaporto. Penso:«Chissà come andrà a finire, non mi fanno una bella impressione!». Fortunatamente ho il famoso visto di transito ottenuto da Matteo a Vienna: mi fanno scaricare tutti i bagagli per verificare se ci sono armi o droga e alla fine, dopo circa un’ora e mezza, esco dalla frontiera con la promessa di non fotografare e riprendere nulla fino ad Ashgabat, la capitale.

Arrivo in città verso l’una e mi accorgo che ci sono manifesti enormi del presidente e un quartiere interamente nuovo, immenso, con palazzi fastosi, strade immacolate e larghe, rotatorie con monumenti: uno sfarzo esagerato! Gli alberghi della città sono decisamente troppo costosi per il mio viaggio, così provo ad avviarmi verso Darvaza attraverso una strada veramente pericolosa, piena di buche, ci sono ancora le vecchie case in stile sovietico, nulla a che vedere con lo sfarzo visto prima. Riesco a scorgere una stazione ferroviaria, dove incontro dei ragazzi che mi offrono dell’acqua attraverso una canna che esce da un vagone di un treno: non berrò mai quell’acqua, ma apprezzo molto il gesto! Gli stessi ragazzi mi indicano un luogo caratterizzato da un particolare cratere e allora decido di dirigermi verso questo posto caratteristico: Darvaza Gas Crater.

La strada per arrivare al cratere purtroppo diviene eccessivamente pericolosa: troppo sabbiosa, non riesco a proseguire. Giunto a una stazione di polizia per chiedere un po’ di informazioni, incontro un simpatico vecchietto, con una moto leggera. Si offre gentilmente di accompagnarmi a vedere il cratere, così accetto e monto sulla sua sella. Giunti al cratere il dolce vecchietto si tramuta in ‘business man’: vuole 20 $ per il viaggio, andata e ritorno e 5 $ per dormire nella Yurka! Fortunatamente sulle sponde di questo magnifico cratere incontro due ragazzi australiani accompagnati da una guida locale, Misha, i quali si offrono di farmi mangiare e dormire con loro: non me lo faccio ripetere due volte, sono veramente affamato, assetato e stanco! Misha mi prepara il lettino con sacco a pelo e cuscino, mentre i ragazzi dormono in tenda nella fantastica conca sottostante. È ora di dormire, pensando a cosa mi riserverà domani questo viaggio!