Al mattino, dopo la colazione, Maurizio e Fabio si recano alla motorizzazione per capire se è possibile avere un permesso provvisorio, due o tre giorni in attesa di quello definitivo. In questo modo io potrei uscire dal paese e rispettare tutto il mio programma.

Purtroppo ci dicono che i permessi non arriveranno neppure per il 24 agosto, forse per il 31. Mi sale l’ansia! Non solo non riesco a visitare la Thailandia, ma neanche il Laos, la Cambogia e il Vietnam, per il quale ho già pagato un sacco di soldi, che ovviamente rischio di perdere se non arrivo puntuale il primo settembre in frontiera. Comunque cerco di essere ottimista: prendo le due borse che devo spedire in Italia e vado in taxi da DHL. Riesco a spedire i pacchi a un prezzo ragionevole e sono contento, almeno non me li devo portare dietro fino al Vietnam. Lo vedo anche come un buon segno e mi rassereno.

Giunto in albergo ricevo la notizia che speravo con tutto il mio cuore non arrivasse: non si può fare nulla, si deve attendere il permesso che “forse” arriverà il 31 agosto…sono arrabbiatissimo! Luigi e Maurizio stanno già organizzando la vacanza alternativa, mentre io prendo un taxi, vado al border e con la scusa di portare la moto dal meccanico scappo via: parto in direzione Laos. La speranza è che una volta arrivato lì mi facciano passare comunque. A quel punto il mio viaggio sarebbe salvo.
Sono quasi 600 km. Sono già le 12.30, ma non mi perdo d’animo…via! Parto con il cuore in gola e la speranza di poter essere domani in Laos. La strada non è bella a causa di innumerevoli lavori di allargamento e rettifica, ma poi diventa scorrevole ed è possibile godersi anche il paesaggio. Ci sono diversi posti di controllo, fermano tutti, ma io alzo la mano per salutare e tiro dritto: se mi fermano sono fregato, non ho il permesso per circolare e temo il fermo della moto o peggio ancora, il sequestro.

Procede tutto liscio, ma il telefono non va e quindi anche se trovassi un Wi-Fi non potrei comunicare. La strada comincia a salire, stretta e piena di curve. Comincia a piovere, anzi no, a diluviare! Sono tutto bagnato ma continuo. Arrivo in un tratto dove ci sono lavori, c’è fanghiglia sulla strada, la moto comincia a ballare, rallento di colpo stando attento a non cadere.

Arrivo al confine alle 21.30. La stanga segna il limite di Stato. Esce un poliziotto e mi dice di tornare al mattino alle 8.00. È tutto chiuso, tranne un piccolo negozio dove ci sono tre ragazze, chiedo se posso mangiare qualcosa, non hanno nulla, prendo una coca cola e poi chiedo dove si possa andare a dormire. Piove, dormirei anche in terra ma lì non è possibile. La ragazza mi trova un piccolo albergo a dieci minuti di strada dove passo la notte. Non dormo nulla, due ore giusto per la stanchezza. Sono troppo agitato e in ansia. Diluvia a non finire!