Il sole è alto e fa già caldo, quindi è una mossa azzeccata quella di partire presto. Mi bevo subito mezzo litro di acqua e mangio un paio di barrette Named Sport, fa molto caldo. Per distrarmi un po’ mentre viaggio penso a cosa porterò a casa da questo viaggio, ai miei affetti.

Oggi dovevo andare diretto al confine con il Turkmenistan, ma su consiglio di Matteo mi dirigo a Mashhad, un città molto importante dal punto di vista religioso. Improvvisamente vedo una Porsche e un paio di BMW, mai viste prima in Iran: mi accorgo subito che la città è diversa dalle altre viste prima. Ci sono un sacco di bei negozi, di marche prestigiose, anche italiane. Ciò che mi colpisce di più sono le numerosissime banche lungo le vie, tantissime, una dietro l’altra. Si percepisce che in questa zona dell’Iran si vive meglio. Non si vede nemmeno un uomo in pantaloncini corti e tutte le donne hanno il velo, sono vestite di nero. Anche le strade sono pulite e curate, ci sono persino i vigili che danno la multa per divieto di sosta. Insomma, l’Iran riserva sempre un’infinità di sorprese!