02 gennaio 

RIPOSO A DOUALA

Oggi la giornata è cominciata molto male. Con Pier siamo andati in città per acquistare il biglietto per il traghetto per Calabar. Purtroppo la notizia era di quelle che non avrei voluto sentire, il traghetto non c’è più, è affondato qualche tempo fa con parecchi morti fra i passeggeri, e lo stato ha deciso di interrompere qualsiasi traghetto o barca che porti passeggeri o merci verso la Nigeria. Pier ha contattato una persona, che vuole 350 $ per accompagnarmi fino alla frontiera con la Nigeria, ma non è tutto, devo smontare le ruote e le borse caricarle su una piccola corriera ed il resto della moto su un altro mezzo. Questo, a dire di questo maldestro truffatore, è perché la polizia se mi vede in moto me la sequestra, essendo su due mezzi non se ne fa nulla. Per primo non sono d’accordo di smontare la moto e secondo 350 $ mi sembrano veramente fuori di testa. Peraltro, il soggetto assomiglia molto nei modi di fare a quel ladro che mi ha estorto 230 $ a Kinsasha per attraversare il fiume Congo, lì non c’erano alternative, qui forse si. Sto valutando se salire fino a Banyo e attraversare il confine lì, ma a parte la strada che è in condizioni pietose, c’è il problema che dopo il confine ci sono bande di rivoltosi pronti non solo a prendersi la moto e tutte le mie cose, ma forse anche di peggio. Ora valuterò bene cosa fare, altra soluzione è caricarla in aereo e farla arrivare a Porto Novo in Benin. Ma è una soluzione che adotterò in estrema razio. Per non farmi mancare nulla, manca la corrente ed ho finito il credito internet, ci sono circa 37° con un’umidità dell’ottanta per cento, praticamente si suda a stare fermi. Nel pomeriggio riesco a fare la ricarica internet e ne approfitto per aggiornare il sito, Pier mi informa che domani mattina torniamo al porto per vedere se c’è un altro battello che parte per Calabar, altrimenti non mi resta che salire nelle montagne, sperare nel bel tempo, ma sopratutto di non incontrare brutta gente.